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LA NOSTRA STORIA

COMPAGNIA DELL'IMPREVISTO

Le compagnie amatoriali, pur nella molteplicità di composizione, repertori e obiettivi che presentano, sono tutte accomunate da una caratteristica: quella di nascere dalla passione totale e disinteressata per il teatro.

La nostra non fa eccezione; nel 1985 un gruppo di amici entusiasti e appassionati realizzano il sogno, da lungo tempo accarezzato, di calcare le scene. Ci riescono in seguito ad un seminario teatrale diretto dal regista Antonio De Gregorio e durato due anni, che ha permesso loro di apprendere le nozioni di base del fare teatro.

Con il nome La pompeta, omaggio ad uno dei simboli di San Giorgio in Bosco, lavora per portare in scena storie di vita contadina, scrivendo e curando direttamente i testi delle commedie.

Vedono la luce in questi anni El cugnà dea sposa e Par capean, ancor oggi due dei “cavalli di battaglia” del gruppo che, a giudicare dall’entusiasmo suscitato ad ogni replica, non hanno risentito del passare del tempo.

Nel 1997 un nuovo ciclo di lezioni di tecniche teatrali (sempre tenute da Toni De Gregorio insieme ad Anna Bonasso) offre l’occasione di riorganizzare la Compagnia, forte di nuove abilità, nuovi componenti, nuovi obiettivi.

E - naturalmente- di un nuovo nome, Compagnia dell’Imprevisto...

Come potrà subito intuire chi si diletti di teatro, tra oggetti di scena dimenticati e scenografie che cedono nel bel mezzo della rappresentazione, malanni buscati al momento meno opportuno e memorie che fanno cilecca, la scelta del nome è ben motivata!

Ci è sembrato l’efficace riassunto di tutto ciò che significa per noi lavorare davanti e dietro le quinte, tra fatica e divertimento, impegno e scherzi della sorte.

La nuova formazione ottiene subito lusinghieri successi: nel 1999 Par capean di Miledi Poppi si classifica tra le prime dieci commedie nel concorso El nostro teatro indetto dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Poco dopo viene scritta e messa in scena E baete pal core, che chiude idealmente la trilogia dedicata alla gente veneta iniziata quindici anni prima, e che offre l’opportunità di continuare l'accurato lavoro di ricerca sulle tradizioni e il linguaggio del recente passato della nostra comunità che ha da sempre caratterizzato i testi prodotti.

Si inizia a lavorare anche a testi in lingua, una scelta premiata dall’allestimento di opere come La cantatrice calva di E. Ionesco e Il ritratto di Arlecchino, tratto da un canovaccio del Goldoni, accolti con grande favore, e anche di lavori meno convenzionali, come i monologhi Donne e... scritti da Anna Bonasso appositamente per le attrici dell’Imprevisto, e le due commedie natalizie per bambini della stessa autrice, La befana vien di notte e www.befane.it.

Nel 2000 l’iscrizione all’A.T.A. - Associazione teatro amatoriale- di Padova, apre nuove strade, con la possibilità di entrare in rassegne e circuiti prestigiosi, nonché di confrontare esperienze ed esigenze con quelle di altre compagnie.

Dal 2003 a curare la regia dei nostri spettacoli è Federica Santinello che, dopo aver mosso, da bambina, i primi passi sul palcoscenico proprio nella nostra compagnia, è ora attrice e formatrice teatrale, e continua ad offrire gratuitamente la sua collaborazione: si inizia così a lavorare con più continuità su testi in lingua e a dare seguito ad un più completo percorso di formazione.

La prima proposta è Spirito allegro, gioiello del teatro brillante inglese, uscita dalla penna di uno dei maestri del genere, Noel Coward, mentre i “Giovani” si confrontano con un grande classico, Trappola per topi di Agatha Christie.

Essendo un'associazione che si è data per statuto scopi di crescita culturale e sociale, sentiamo da sempre l'esigenza di poter lavorare anche su qualcosa che non offra al nostro pubblico solo un paio d’ore di divertimento, ma che possa stimolare una riflessione su qualche tematica per noi importante; colpiti dal panorama politico mondiale, particolarmente complesso e drammatico, nel 2005 scegliamo dunque un testo impegnato e impegnativo: La guerra spiegata ai poveri di Ennio Flaiano.

Nel 2007 torniamo al teatro veneto, portando in scena Quando al paese mezogiorno sona di Eugenio Ferdinando Palmieri, divertente e affilato affresco di una società- la nostra - ipocritamente perbenista, retta sulla forma e sull'apparenza.

Nel 2010 è la volta Non sparate sul postino di D. Benfield, un testo di puro intrattenimento, una macchina teatrale basata sul ritmo e sull'abilità attorale, accolta con grande entusiasmo dal pubblico. e ora per festeggiare il nostro 15° compleanno , ecco Carlo Goldoni, autore fondamentale per qualsiasi attore, tanto più se veneto: Le Donne Curiose è il nostro omaggio alla nostra terra, alla nostra storia. Continuando la nostra ricerca sul teatro veneto nel 2014 ecco prendere vita la commedia Una virgola fuori posto di Arnaldo Boscolo. Considerato dalla critica un grande commediografo del panorama veneto tra le due guerre con questa commedia vinse nel 1952 il prestigioso premio “Giacinto Gallina”. LA nostra è una rilettura fresca e ironica, sospesa tra modernità e atmosfere del nostro recente passato. Pensata per intrattenere e divertire, proponendo un approccio diverso al teatro regionale.

In occasione delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra la Compagnia dell’Imprevisto presenta lo spettacolo Come d’Autunno.

Costruito come un atto unico si propone come un percorso nei tragici eventi del conflitto, ma non condotto da un punto di vista strettamente storico o cronologico; cerca piuttosto un filo conduttore emotivo, che permetta di identificarsi negli stati d’animo, nelle emozioni, nelle contraddizioni di coloro che furono travolti dalla guerra e dalle sue conseguenze. A essere privilegiato è lo sguardo delle donne, spesso lasciate in secondo piano nella riflessione collettiva su questi temi: lo sguardo di madri, mogli, sorelle le vite delle quali furono sconvolte e profondamente mutate dall’enormità della guerra.

Varietà di generi e temi, apertura a nuove formule creative, desiderio di trasmettere e diffondere l’amore per il teatro sono - come si vede- i capisaldi della lunga esperienza della Compagnia dell’Imprevisto.

E, su tutto, il piacere di condividere gioie e dolori di una grande passione.

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