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LE DONNE CURIOSE di Carlo Goldoni

adattamento e regia di Federica Santinello

 

"Ognuno, in questa nostra amichevole società, passa il tempo tranquillamente

in tutto ciò che onestamente gli dà piacere. Così rispondono Ottavio, Lelio, Florindo, e Leandro, illustri cavalieri, alle domande di coloro che vogliono sapere che cosa fanno in quel misterioso "ridotto" organizzato per loro dal signor Pantalone, dove sono soliti riunirsi, e dove si entra solo su invito. Ma abbondano chiacchiere, pettegolezzi e congetture, perché è una risposta che non soddisfa nessuno, men che meno le loro donne: Beatrice, Eleonora, Rosaura e Corallina, furenti per essere escluse dalla compagnia, vogliono a tutti i costi ascoltare, vedere, sapere, e useranno tutte le armi in loro potere per raggiungere l’obiettivo... Nella prefazione di questa godibile commedia, rappresentata perla prima volta sul finire del Carnevale del 1753, Carlo Goldoni dichiara: "La curiosità delle donne è un argomento che viene dagli uomini considerato sì vasto, che a molte e molte Commedie potrebbe somministrare l’intreccio. Questi però, che un così avido desiderio nutriscono di vedere in scena moltiplicati i difetti delle donne, mostrano di essere più curiosi di esse”. Insomma, una tiratina d'orecchi a tutti noi: la curiosità non è femmina...non solo!

Buon divertimento

EL MOROSO VECIO di Miledi Poppi e Federica Santinello

regia Federica Santinello

Il primo amore non si scorda mai, si sa. Specie se torna dopo vent’anni quando ormai la tua vita è andata da tutt’altra parte, come per Neta. O se lo insegui da sempre senza avere il coraggio di prenderlo, come succede a Sebastian.

O se te lo sei conquistato ma lo dai per scontato, come fa Checo...Migranti che tornano nella terra natia, cuoche un po’ chiromanti, sartine innamorate, dongiovanni di provincia, mogli insoddisfatte, nonne che la sanno lunga, cugine - quasi- di città, operai afflitti da balbuzie selettiva, mariti un po’ distratti, genitori della sposa un po’ sopra le righe: undici personaggi intrecciano le loro storie, si inseguono, litigano, si ingannano, si confrontano, si incontrano e si scontrano per sette giorni, fino alla resa di conti sullo sfondo del matrimonio della figlia del sindaco, l’evento più atteso da tutto il paese, al quale nessuno può mancare.

Uno scoppiettante girotondo di equivoci e sorprese che racconta divertendo di com’eravamo e di come siamo ancora! - sorridendo dei nostri difetti e apprezzando i pregi della nostra gente

 Cosa facciamo

LA GUERRA SPIEGATA AI POVERI
00:22
LE DONNE CURIOSE
COME D'AUTUNNO - ricordi della grande guerra.
04:08
EL MOROSO VECIO
00:51
UNA VIRGOLA FUORI POSTO
00:36

QUESTION DE ESPERIENSA commedia brillante in due atti

di Diego Finato

adattamento e regia di Federica Santinello

 

Il   Veneto di fine anno 50 fa da sfondo a questa brillante e divertente commedia, che restituisce il sapore di quei film in bianco e nero che non ci sia stanca di rivedere, perché regalano personaggi che ci fanno sorridere dei nostri difetti, garantiscono il lieto fine e, soprattutto, mettono al centro del racconto valori e sentimenti che fanno più bella la vita.

All' Albergo ai Salici sembra si siano messi tutti d'accordo per complicare la vita di Adele, l'indaffarata proprietaria: il suo giovane marito Gastone che la abbandona; la procace cameriera Loretta che si licenzia...per scappare con Gastone, e la lascia a corto di personale; l'ingenua sorella Teresa, che cerca di annegare nel cognac un amore impossibile; il rigoroso aiutante Vincenzo che chiede nuovo personale per far fronte al lavoro in più che porterà l' ormai prossima fiera del paese....

L'arrivo di Zaira, Cesira ed Elvira, che si offrono come cameriere, sembra essere la soluzione a tutti i suoi problemi: Adele si convince infatti che tre lavoratrici esperte e ben referenziate la aiuteranno a rimettere a posto le cose.

Ma si sa: l'apparenza inganna e l'imprevisto è sempre in agguato, e prima dello scoppiettante finale tutti i personaggi dovranno svelare segreti, confessare debolezze, rivedere le loro convinzioni. In nome dell'amicizia, della solidarietà...e naturalmente del buonumore!

 

 

COME D'AUTUNNO 

atto unico scritto e diretto da Federica Santinello

In occasione delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra la Compagnia dell’Imprevisto presenta lo spettacolo Come d’Autunno.

Costruito come un atto unico si propone come un percorso nei tragici eventi del conflitto, ma non condotto da un punto di vista strettamente storico o cronologico; cerca piuttosto un filo conduttore emotivo, che permetta di identificarsi negli stati d’animo, nelle emozioni, nelle contraddizioni di coloro che furono travolti dalla guerra e dalle sue conseguenze.

A essere privilegiato è lo sguardo delle donne, spesso lasciate in secondo piano nella riflessione collettiva su questi temi: lo sguardo di madri, mogli, sorelle le vite delle quali furono sconvolte e profondamente mutate dall’enormità della guerra.

Intrecciando documenti dell’epoca, lettere originali dei soldati al fronte, voci reali e immaginarie Come d’Autunno prende dunque avvio dalla Storia per raccontare le mille storie della gente comune che, allora come oggi, viene travolta dall’insensatezza e la distruzione della guerra e continua a sperare, nonostante tutto, in un futuro di reciproca comprensione e di pace.

LA GUERRA SPIEGATA AI POVERI di Ennio Flaiano 

regia di Federica Santinello

La Guerra è cominciata; salutate le truppe che marciano verso il fronte, il Presidente e i suoi Ministri sono riuniti per definire le strategie che

indirizzeranno i quindici anni di battaglie previsti. Tutto procede come previsto, tra visite ufficiali, discussioni e scambi d’idee, quando giunge un ospite inatteso, destinato a sconvolgere le cose: un Giovane, che sostiene di non poter andare al fronte. Perché non sa cosa sia la Guerra. Bisogna rassicurarlo a tutti i costi, con qualsiasi mezzo, sulla necessità, sulla santità di questa e di ogni guerra...”o convincerà anche noi”. Flaiano ci parla non di una guerra, ma della Guerra, quella con la maiuscola, e ce ne parla attraverso lo specchio deformante – o lente d’ingrandimento? - della farsa, di un grottesco che permette di mettere in scena meschinità, crimini e cinismi con un’efficacia impossibile a una cronaca realistica. Ecco dunque personaggi–stereotipo, senza nome perché ne possono assumere sempre di nuovi, basta collocarli in luoghi e tempi diversi; ecco idee che espresse sono improponibili ed inaccettabili, ma che sono quelle applicate nella realtà, senza che nessuno le espliciti, nascondendole dietro nobili ideali e nomi altisonanti. Ecco le reazioni di chi si dissocia, ma non ha convenienza o energia per portare il dissenso fino in fondo. Ecco noi stessi, impietosamente ritratti e messi davanti a una scelta.

Personaggi così sopra le righe da non meritare neppure un nome, situazioni che sembrano tanto improbabili da non aver cittadinanza se non in un mondo di farsa: ma a guardare un po’più da vicino si riconoscono vizi, caratteri e meschinità che appartengono, purtroppo, alla realtà nella quale viviamo. Temi e domande di stringente attualità che scegliamo di consegnare a un pubblico nella cui intelligenza e senso critico risiede la speranza di un futuro diverso.

UNA VIRGOLA FUORI POSTO di Arnaldo Boscolo

adattamento e regia di Federica Santinello

Cosa mai potrà accadere di insolito in una piccola stazione ferroviaria di periferia, o nei tranquilli uffici di una ditta che commercia in pesce salato in una città di mare Molto, se a popolare questi luoghi ci sono ferrovieri distratti e vicine impiccione, mariti fedifraghi e mogli vendicative, amiche procaci e commendatori con la testa tra le nuvole, impiegati frustati, segretarie romantiche e avvocati rampanti… E se una virgola messa al posto sbagliato scombina rapporti, crea equivoci, complica vicende.

E così mentre la nostra stazione si trova a diventar famosa per gli scambi di binari e di letti, in città si scambiano mogli con amanti, aringhe con acciughe, commissioni con spedizioni, in un susseguirsi di situazioni comiche e surreali, che accompagnano lo spettatore fino al tradizionale finale in cui ogni virgola ritrova il suo posto. Una nuova tappa del nostro viaggio alla riscoperta degli autori della nostra terra: Arnaldo Boscolo è considerato dalla critica un grande commediografo del panorama veneto tra le due guerre, e “Una virgola fuori posto” vinse, nel 1952, il prestigioso premio Giacinto Gallina. La nostra è una rilettura fresca e ironica, sospesa tra modernità e atmosfere del nostro recente passato, pensata per intrattenere e divertire, proponendo un approccio diverso al teatro regionale.

 

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